(Ri)cominciare a camminare

Penso sia necessario ripartire non da dove ci si era fermati, ma da ciò che, forse, dovremmo imparare dalla pandemia che stiamo vivendo.

Solo alcuni cenni ad alcune “disfunzioni” della “nostra” società che il Covid-19 ha evidenziato e amplificato: la precarietà del concetto di “salute”, la scarsa qualità delle relazioni interpersonali (al di là di quantità e vicinanza), la frenesia dei ritmi di vita, la logica di una produttività esasperata e pervasiva dell’intera quotidianità…

Non c’è un’unica risposta che può tenere insieme le quattro dimensioni che ho indicato, ma forse c’è un approccio, uno stile di vita, personale e collettivo, che può aiutare. È quello del “cammino”. Camminare è come respirare, non se ne può fare a meno; rianima e dà vita.

Camminare, all’aria aperta, fa bene alla salute, permette di essere in sintonia con se stessi e fa recuperare un rapporto equilibrato con madre natura, di rispetto e non di “dominio”.

Camminare insieme (ancorché alla giusta distanza fisica) favorisce l’incontro, la scoperta ed il racconto di se con i compagni di cammino… cioè, letteralmente, con coloro che vanno nella tua stessa direzione e con cui “condividi il pane”.

Camminare insegna la lentezza, il valore del tempo, il rispetto dei propri e altrui ritmi, la riscoperta dei propri sensi, fa sperimentare una quotidianità intensa, ma pacata, non convulsa e spasmodica.

Il cammino, i cammini (anche brevi) sono collegati anche ad attività economiche “piccole”, diffuse… tra cui anche un turismo “lento”, lieve, “sostenibile”, formato di attività economiche, collegate al “camminare nella natura”: accompagnamento, competente e professionale, di persone e gruppi; ricettività turistica “leggera”, anche di qualità; produzioni alimentari e artigianali tipiche dei territori di escursioni e cammini, per un recupero di dimensioni naturali, culturali, storiche… che non vanno perse ma valorizzate e sostenute.

In effetti il personale, le relazioni, il “sociale quotidiano” e l’economico saranno molto legati  anche nel “dopocoronavirus” ed il camminare è un, possibile, “filo rosso”. Probabilmente, come ha scritto Donatella Di Cesare, per ripartire bene servirà “il coraggio di camminare, gesto naturale ma rivoluzionario”.

L’articolo è stato pubblicato sul numero 5/2020 de La Voce delle Marche
(Ri)cominciare a camminare
Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su